Le Valanghe (parte 2)
Scala europea del pericolo Valanghe
La scala europea del pericolo da valanghe si compone di 5 gradi di pericolo crescente, individuati con indici numerici da 1 a 5. Occorre sottolineare che la scala non è lineare, in quanto il grado mediano (3 marcato) non rappresenta un pericolo medio, bensì un pericolo superiore.
Il distacco è generalmente possibile solo con forte sovraccarico su pochissimi pendii estremi. Sono possibili solo pochissime valanghe spontanee. | Condizioni generalmente favorevoli per gite sciistiche. | |||
Il distacco è possibile soprattutto con forte sovraccarico su pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee. | Condizioni favorevoli per gite sciistiche ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose. | |||
Il distacco è possibile con debole sovraccarico sui pendii ripidi indicati, in alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza, in singoli casi, anche grandi valanghe | Le possibilità per le gite sciistiche sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale. | |||
Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe. | Le possibilità per gite sciistiche sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale. | |||
Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido. | Le gite sciistiche non sono generalmente possibili. |
DEFINIZIONI:
sovraccarico forte: gruppo compatto di sciatori, mezzo battipista…
- sovraccarico debole: singolo sciatore, escursionista senza sci…
- piccole valanghe: generalmente non arrecano danni alle persone;
- medie valanghe: si limitano ai versanti;
- grandi valanghe: raggiungono il fondovalle;
- pendii ripidi: con inclinazione superiore a 30 gradi;
- pendii ripidi estremi: con caratteristiche sfavorevoli per quanto riguarda l’inclinazione, la forma del terreno, la vicinanza delle creste, la rugosità del suolo...;
- distacco spontaneo: che avviene senza l’intervento dell’uomo.
Scala europea del pericolo: i nuovi colori
Dalla stagione invernale 2001 – 2002, sono variati i colori di identificazione dei cinque gradi di pericolo della scala europea del pericolo da valanghe. Negli otto anni di utilizzo dei precedenti colori, spiega l’AINEVA (Associazione Interregionale Neve e Valanghe), ci si è resi conto che i colori ocra e arancio, usati per distinguere i gradi 3 e 4, spesso “maltrattati” dalle tipografie e dai realizzatori di siti web, tendevano ad assomigliarsi, creando potenziale confusione. A livello europeo, si è così deciso di rendere definitiva la proposta sperimentalmente adottata dalla Svizzera durante la precedente stagione invernale.
I nuovi colori sono quindi i seguenti:
Grado 1: verde
Grado 2: giallo
Grado 3: arancio
Grado 4: rosso
Grado 5: rosso/nero con quadrettatura nera
Prevenzione prima della gita
Poiché l'essere travolti e sepolti da una valanga comporta - sempre - un gravissimo rischio di morte (statisticamente valutato nel 50-60 per cento dei casi), è della fondamentale importanza "evitare di finirci sotto". Occorre quindi puntare tutto sulla prevenzione, sia prima della gita (durante la sua pianificazione a tavolino) che durante l'effettivo svolgimento dell'escursione: circa il 90 per cento delle vittime sono decedute a causa di valanghe distaccate da loro stessi, o dai loro compagni.
PRIMA DELLA GITA
Una corretta ed efficace prevenzione non può iniziare solo qualche giorno prima della programmata escursione, ma dovrebbe partire fin dall'inizio della stagione invernale, con la regolare consultazione del bollettino nivometeorologico (anche quando non si hanno in programma gite). Questo per rimanere costantemente aggiornati sulle condizioni e sull'evoluzione del manto nevoso, e per crearsi una sorta di utilissima "memoria storica". Per consultare il bollettino della propria regione è possibile visitare il sito AINEVA http://www.aineva.it/ o altre fonti (regione, Arpa, CAI etc.. Il bollettino fornisce la situazione e le previsioni meteorologiche, descrive le condizioni del manto nevoso ed espone il pericolo di valanga secondo una scala suddivisa in 5 gradi, descritta nella scheda precedente. Sulla base del bollettino si studia quindi accuratamente il percorso previsto sulla cartina.
CALCOLARE LA PENDENZA
Nelle schede precedenti si è visto come uno degli elementi più importanti da considerare sia la pendenza dei pendii, rilevabile osservando le linee di livello di una carta topografica: più le linee sono vicine, più la pendenza è alta, e viceversa. Si tratta ovviamente di una valutazione "a occhio", imprecisa ma comunque preziosa. Di seguito si espone invece un semplice metodo analitico per determinare con precisione la pendenza di un determinato pendio, sulla base della carta topografica.
1. Scelto il pendio interessato, si consideri il dislivello esistente tra due linee di livello assunte come riferimento: tale dislivello prende il nome di ALTEZZA.
2. Utilizzando un righello millimetrato, si misuri la distanza esistente tra le due curve di livello considerate. Si trasformi quindi questa distanza in millimetri nella reale distanza sul terreno, servendosi della scala della cartina. Il valore così ottenuto prende il nome di BASE.
3. Si esegua la seguente divisione:
ALTEZZA / BASE
Il risultato di questa operazione, confrontato con la tabella seguente, consente di determinare la pendenza del pendio.
Nota: il rapporto ALTEZZA /BASE è la tangente trigonometrica dell'angolo corrispondente alla pendenza del pendio.
Prevenzione durante la gita
Una volta iniziata l'escursione o la discesa fuori pista, è importante guardarsi costantemente e attentamente attorno, in modo da avere sempre nuovi elementi di analisi e di giudizio: spessore della neve, cornici, erosione dei costoni, valanghe già cadute, vento, orario della giornata etc. L'esatto itinerario cercherà di sfruttare al meglio le caratteristiche del terreno: saranno preferiti dossi o costoni, boschetti, zone accidentate o terrazzate etc. Dovendo attraversare un pendio a rischio è bene farlo il più in alto possibile, e preferibilmente in leggera discesa. Ovviamente tutti i componenti della comitiva saranno adeguatamente distanziati (almeno 15 metri) e, meglio ancora, si dovrebbe eseguire l'attraversamento "uno alla volta". Seguire tutti la stessa traccia, evitando di "pestare" la neve con gli sci. Esaminare attentamente il pendio circostante alla ricerca di eventuali crepe o di altri indizi di un imminente distacco. Ricordarsi anche di impugnare i bastoncini senza infilare la mano nei cinturini, come pure di sganciare i cinturini degli sci.>>> CONTINUA PAGINA 3 >>> - (Pag.1 - Pag.2 - Pag.3 - Pag.4)
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